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Occhiali:

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Descrizione


Gli occhiali da vista sono un oggetto personale di uso comune composti da una montatura e da due lenti atte a correggere imperfezioni della vista dovute a vizi refrattivi o a insufficienze nella funzionalità oculare.

Se dotati di lente abbrunata (più comunemente detta "filtro"), vengono chiamati occhiali da sole.
Quelli in commercio in Italia devono riportare obbligatoriamente il marchio CE seguito dall'indicazione del grado di schermatura dai raggi ultravioletti (che va da zero a quattro, a volte indicata con degli asterischi) o almeno dalle diciture "100% UV" e "UV 400" atti a comprendere se gli stessi siano o meno indicati all'uso durante la guida.
Esistono in commercio numerosi casi di contraffazione dei marchi di garanzia, ed è bene ricordare che occhiali da sole di bassa qualità, specie se usati in condizioni estreme (come sui ghiacciai), possono generare gravi danni alla retina o portare alla cecità temporanea.
Alcuni occhiali forniti di lenti speciali (diversamente colorate o polarizzate, oppure a "LCD shutter") consentono una visione tridimensionale di immagini bidimensionali (stereoscopia).
Se gli occhiali non sono puliti adeguatamente, possono formarsi nel tempo depositi che sono il terreno di coltura ideale, un "collante" per lo sviluppo di colonie di microrganismi patogeni, quali funghi e batteri, che si moltiplicano velocemente e quindi possono provocare infezioni oculari.
Esiste una flora batterica di funghi e batteri che normalmente vivono nell'occhio sano. 
I microrganismi patogeni, che crescono nell'occhiale o nella lente a contatto sporca, si propagano per via aerea e possono giungere a contatto della cornea, fino a provocare una cheratite.


Storia

L'apostolo degli occhiali di Conrad von Soest (1403) Seneca pare che indichi nelle sfere di vetro un mezzo per ingrandire le immagini.
Plinio scrive che: Neronem principem gladiatorum pugnas spectasse smaragdo, che da taluni è intesa come testimonianza dell'uso di uno smeraldo a fini ottici. 
Francesco Redi nel 1678 pubblica una Lettera intorno alla invenzione degli occhiali nella quale attribuisce l'invenzione degli occhiali a Salvino degli Armati di Firenze, che per lungo tempo ha ricevuto in memoria monumenti, scuole e strade.
Purtroppo questo ed altri testi son giudicati apocrifi. 
I documenti sicuramente veri e ancora esistenti intorno a questa invenzione sono invece localizzabili in Veneto, a partire dal dipinto del cardinale Ugone di Provenza eseguito da Tommaso da Modena nel 1352. 
La predica del 23 febbraio 1305 a Firenze da parte di Fra' Giordano da Rivalta (consultabile nei codici Riccardiani, Ashburnhamiano e Palatino) sottolinea che non è ancora 20 anni che si trovò l'arte di fare occhiali che fanno vedere bene. 
Infine, nei Capitolari delle Arti Veneziane del 1284, si distinguono gli occhiali (roidi da ogli) dalle lenti d'ingrandimento (lapides ad legendum), e si prevedono pene per chi fabbrica occhiali in vetro: significa che l'arte di costruirli non è recente, poiché solo un'arte consolidata è remunerativa in maniera tale da giustificare una contraffazione.
È probabile che qualche cristallere spinto dal basso prezzo del vetro e dalla maggior facilità di lavorazione commerciasse questo spacciandolo per cristallo. 
Particolarmente importante per la nostra ricostruzione risulta il Capitolare del 2 aprile 1300, dove al capitolo XL(40) vengono indicati una serie di oggetti tra i quali figurano le lenti d'ingrandimento e per la prima volta le lenti per occhiali (roidi de botacelis et da ogli e lapides ad legendum). 
Faranno seguito un nuovo capitolare nel 1301 e successivi fino al 1330, passando dal latino al volgare e assumendo la dizione: rodoli de vero per ogli per lezer.

Già dal 1100 la Serenissima cogliendo l'importanza di mantenere segreta l'arte della produzione del vetro confinò le fornaci sull'isola di Murano con la scusa della pericolosità di queste nell'ambito di una città costruita prevalentemente con il legname del Cadore e della Carnia, e pertanto vietava espressamente ogni fonte di traffico a forestieri e veneziani sia interna che esterna. Si evidenzia perciò che la produzione di lenti a Venezia era oramai fortemente presente.
Il 23 febbraio del 1305 si registra una predica presso la chiesa di Santa Maria Novella in Firenze ove il domenicano beato Giordano da Pisa o Rivalto comunica al popolo che "non è ancora venti anni che si trovò l'arte di fare gli occhiali che fanno vedere bene, ch'è una delle migliori arti e delle più necessarie che 'l mondo abbia, ed è così poco che si trovò: arte novella che mai non fu... io vidi colui, che prima le trovò, e fece e favellaigli." 
Di qualche anno dopo è il documento della Cronaca del convento domenicano di S.Caterina (Pisa), ove risiedeva il beato Giordano in cui si ricorda frate Alessandro della Spina morto nel 1313 "modesto e buono, il quale quello che fatto vedeva sapeva egli rifare. Gli occhiali (ocularia) che altri per primo aveva fatto e non voleva comunicarne il segreto, fece egli ed a tutti comunicò lieto (ylari) e volonteroso".

Questi due documenti, saranno il principio di un falso settecentesco ad opera di Francesco Redi in Lettera attorno all'invenzione degli occhiali scritta nel 1678, di Leopoldo del Migliore nel suo libro del 1684 Firenze città nobilissima illustrata, e del Domenico Maria Manni nel suo trattato del 1738 Degli occhiali da naso, inventati da Salvino degli Armati, ove per campanilismo nei confronti della città di Pisa saranno costruiti una serie di documenti, lapidi e busti per attestare la paternità dell'invenzione dell'occhiale alla città di Firenze.
Furono smascherati da Isidoro del Lungo in Arch. Stor. It. LXXVIII, 1920 La vicenda di un'impostura erudita e Alessandro Volpi accademico della Crusca nel 1909.
La probabile verità fu che Giordano da Rivalto presi i voti nel 1280 presso il convento di S.Caterina, si trasferì a Bologna per approfondire i suoi studi prima di raggiungere Parigi dalla quale rientrò nel 1302. 
Durante il soggiorno a Bologna ebbe modo di conoscere i confratelli veneziani che avevano la loro sede nel cuore pulsante della città, presso la chiesa di San Giacometto a Rialto, e ebbe modo di conoscere e parlare a colui che inventò l'occhiale ma non di conoscerne il segreto della produzione, in quanto vietatissimo dalla Serenissima. 
Al suo rientro a Pisa il beato Giordano aveva 40 anni (si apprestava pertanto all'età della presbiopia), e frate Alessandro visto un paio di questi portato dal beato Giordano, fu capace di riprodurre, e perciò fu il primo a divulgare in Toscana l'arte della costruzione degli occhiali.
L'applicazione razionale di questo ausilio si deve a Franciscus Donders, oftalmologo olandese, che per primo prescrisse lenti con potere corrispondente alla correzione del difetto visivo.

Montature


  • Definizione

Quando parliamo di montatura intendiamo l’occhiale senza lenti, entrando nei negozi di ottica troviamo una vasta esposizione di montature a cui vanno successivamente montate le lenti da vista. Nella lingua inglese si utilizzano due termini, mount per indicare montature a giorno, ovvero senza contorno e il più generico frame per le montature tradizionali. 

Descrizione delle parti che compongono la montatura:
1) Frontale: comprende i due cerchi, il ponte e i musetti.
2) Cerchi: sono detti anche anelli o occhi, la loro funzione è quella di contenere le lenti nella corretta posizione.
3) Ponte: è la parte del frontale che unisce i due cerchi, viene indicata anche con il nome “ naso” perché generalmente sovrasta la sella nasale, può essere singolo oppure avere un doppio ponte situato generalmente al limite del cerchio superiore.
4) Naselli: sono un prolungamento del ponte per consentire l’appoggio della montatura sul naso del portatore.
6) Musetti: sono gli estremi del frontale che attraverso le cerniere si collegano alle aste.
I parametri importanti che definiscono la dimensione della montatura sono il calibro ovvero il diametro orizzontale del cerchio e il ponte che rappresenta la distanza che separa i due cerchi. Queste due misure sono riportate all’interno delle aste o all’interno del ponte (esempio 50-17). 
Gli elementi che identificano le montature generalmente sono indicati nella parte interna delle aste, oltre alle due misure di calibro e ponte troviamo indicata la lunghezza delle stanghette (esempio 135), la ditta produttrice, la linea del design, il codice del modello e colore.


  • Caratteristiche della montatura

La montatura per essere funzionale deve avere determinate caratteristiche. Mantenere le lenti allineate agli occhi dell’utilizzatore in base ai criteri dell’ottica oftalmica, essere confortevolmente calzata (peso, pressione), soddisfare il portatore dal punto di vista estetico.
Gli appoggi della montatura sul viso devono essere saldi e confortevoli, i punti di contatto con la cute non devono essere fastidiosi ed è per questo motivo che i vari designer e costruttori devono trovare i giusti compromessi nella scelta del disegno e dei materiali per soddisfare le esigenze elencate.
L’utilizzo di materiali con basso peso specifico e un grado elevato di plasticità consentono di ottenere nei punti di contatto minor pressione e attrito e una migliore personalizzazione nell’adattamento della montatura al viso del portatore.
Il parametro principale da selezionare è la dimensione appropriata rispetto al viso dell’utilizzatore. 
• Forma e dimensioni del ponte
• Assetto e lunghezza delle astine
• Angolo pantoscopico e di avvolgimento.

 

  • Classificazione dei tipi 

Da alcuni anni osservando un aumento delle esigenze estetiche, avendo a disposizione tecnologie costruttive e selezione di materiali sempre maggiori, si è notevolmente ampliata la gamma di montature disponibili.
a) montature intere a cerchio chiuso ossia tutte le montature in plastica dove l’inserimento della lente viene fatto a pressione, generalmente a caldo.
b) montature intere a cerchio apribile, tutte le montature generalmente in metallo dove l’inserimento della lente avviene attraverso un punto di apertura diretto da una vite.
c) montature per mezzi occhiali, i classici occhiali da vicino dove la calzata bassa mantiene la visione per lontano fuori dalla lente.
d) montature a giorno, dette anche glasant dove i cerchi sono parzialmente o completamente assenti, in questo caso le lenti sono mantenute in loco da complessi sistemi di ancoraggio al ponte e ai musi. Le lenti sono quindi completamente esposte e forate in corrispondenza del ponte e del musetto, sistema di ancoraggio garantito da viti o perni, o speciali asole che si inseriscono sulla lente. 
In queste montature è necessario utilizzare lenti costruite con materiali infrangibili ad alta densità ed elasticità che riducono le rotture non essendo protette dal contorno della montatura.
e)montature nylor con cerchio a metà generalmente nella parte superiore, inferiormente è ancorato un sottile filo di nylon che va a incastrarsi nell’apposito canale fresato nella lente da vista per mantenere la lente in loco.

 

  • Tipi di materiale

Ogni materiale possiede delle qualità che sono indispensabili per ottenere un determinato risultato come la leggerezza, resistenza meccanica, stabilità dimensionale, possibilità di trattare la superficie, compatibilità con la cute.

Per la leggerezza un ruolo fondamentale è dato dal peso specifico del materiale, per la resistenza meccanica il materiale deve avere elevata resistenza alla flessione, elevata elasticità , resistenza agli urti e memoria di forma. 
La stabilità dimensionale è direttamente proporzionale alla resistenza meccanica , l’occhiale deve presentare minime alterazioni dell’assetto iniziale durante il suo utilizzo.
La compatibilità con la cute è un elemento fondamentale, tra il materiale e i tessuti non si devono creare situazioni biologiche di conflitto. Troviamo molto più frequentemente allergie alle montature in metallo, in special modo componenti con nichel, per questo motivo la maggior parte dei produttori ha optato per leghe metalliche nichel free. Anche le colorazioni e verniciature superficiali devono garantire la biocompatibilità con i tessuti.
Purtroppo ci sono alcuni tipi di sudorazione particolarmente acida che corrode sia la colorazione superficiale che il materiale stesso con conseguenti irritazioni alla cute.
I trattamenti superficiali sono utilizzati su tutti i tipi di montature per migliorarne l’estetica e cercare di preservare il materiale. Nelle montature di plastica troviamo laccature, verniciature e varie colorazioni. Nelle montature metalliche si eseguono placcature, laminature e trattamenti di galvanica.

 

  • Materiali plastici

Per ottenere leggerezza, elasticità e indeformabilità i produttori si orientano sempre di più verso le termoplastiche (resine cellulosiche).
Nitrato di cellulosa
 (celluloide), utilizzato per molti anni, abbandonato per l’eccessiva infiammabilità. Presenta inoltre perdita delle proprietà elastiche con l’invecchiamento. 
Acetato di cellulosa (rhodoid), ha sostituito la celluloide per le sue caratteristiche positive, inoltre non è infiammabile, è considerato un materiale di pregio nelle montature in plastica. Le montature si ottengono dalle lastre mediante lavorazioni di fresatura comandate da pantografo. 
Acetopropionato di cellulosa (propinato e acetobutirrato), materiale considerato di minor pregio, non per questo scadente poiché molti tipi di lavorazioni e design si ottengono solamente con questo tipo di materiale.
Per ottenere montature con questo materiale lo si riscalda fino alla temperatura poco superiore ai 200°(temperatura di fusione), successivamente viene iniettato nello stampo che riproduce la sagoma della montatura, infine si procede con la colorazione, generalmente ottenuta per immersione per farla rimanere in superficie senza alterane la trasparenza.
L’optyl è un materiale lavorato per iniezione in stampi, è stato proposta nel 1964 ed è ancora largamente utilizzato, appartiene alla famiglia delle plastiche termoindurenti, è resistente, elastico e stabile ed è più leggero dell’acetato.
Materiali come nylon e policarbonato sono utilizzati specialmente come occhiali protettivi (sportivi e di protezione industriale) per le ottime proprietà di resistenza meccanica e stabilità.

 

  • Materiali in metallo

Per la lavorazione degli occhiali in metallo si parte da un filo trafilato a forma di “u” che viene successivamente piegato, saldato e lavorato fino ad ottenere la montatura finita. Le montature vengono successivamente sottoposte a trattamenti di rivestimento e colorazione di vario tipo. 
Le principali leghe metalliche utilizzate sono :
Alpacca (rame-zinco-nichel), è una lega largamente utilizzata per gli occhiali che vengono rivestititi da materiali nobili quali oro, palladio, rodio ecc., attraverso processi di laminatura o placcatura.
Monel (rame-nichel-ferro). Possiede proprietà simili all’alpacca ed è utilizzato come suo sostituto nelle 
montature laminate.
Acciaio. Materiale che presenta caratteristiche di maggior resistenza e durata (nella versione inox). Viene utilizzato con i suoi colori naturali presentando scarsa propensione per essere colorato.
Titanio. Materiale leggerissimo e inalterabile anche agli agenti atmosferici. Rimane la soluzione per tutti coloro che pur presentando forme di allergia ai metalli (specie nichel), non vogliono rinunciare all’occhiale in metallo. Si combina bene in lega con tutti i metalli nobili. Come difetto non è saldabile, quindi in caso di rotture la montatura non può essere riparata.
Alluminio. È un materiale utilizzato recentemente che per il basso peso specifico può sostituire il più costoso titanio. Si presta bene alle colorazioni galvaniche, presenta un’elevata malleabilità, duttilità e resistenza alla corrosione.

 

Lenti oftalmiche

Portare gli occhiali da vista deve essere un piacere per voi e per i vostri occhi. Quali sono le vostre esigenze nei confronti delle lenti. Devono essere otticamente efficienti ed essere esteticamente sottili in modo da poterle inserire in una montatura piacevole. Il nostro obiettivo è consigliarvi lenti sempre più nitide, confortevoli e flessibili quanto possibile - lenti su misura esattamente per voi.

Questi sono i cinque fattori principali che incidono sulle prestazioni e sul comfort delle vostre lenti:

1. 

Che problema visivo correggono

2. 

Di che materiale sono

3. 

Che poteri hanno

4.

Quali trattamenti hanno

5.

Quali necessità e domande individuali avete come utenti

Qual'è il problema della vostra vista?

I problemi della visione più comuni sono ipermetropia, miopia, presbiopia ed astigmatismo. Tutto è causato dall'occhio che per qualche motivo non può riflettere la luce correttamente, al fine di avere una visione perfetta. Tutti questi problemi possono essere corretti dalle lenti Oftalmiche.
Poiché sia l'astigmatismo che la presbiopia sono spesso associati con l'ipermetropia o la miopia, molte lenti sono progettate affinché correggano contemporaneamente più difetti visivi. Avete bisogno soltanto di un paio di occhiali.

Quale tipo di lente scegliere: organica o minerale?

Una volta le lenti per occhialeria erano prodotte in vetro "ordinario", detto vetro minerale. Ma, oggi circa 80% delle lenti sono in materiale plastico. I vantaggi principali delle lenti organiche sono l'infrangibilità e la leggerezza rispetto al vetro minerale. Nelle lenti che noi commercializziamo vengono utilizzati materiali anche con un medio e alto indice di rifrazione per le lenti organiche. Questa caratteristica permette di ottenere lenti molto sottili, anche in casi di elevati poteri. Anche i rapporti di costruzione geometrica delle superfici antero-posteriore delle lenti (sferico e asferico) determinano una miglioria estetica e di leggerezza dei materiali.

Che relazione c'è tra poteri e spessori?

Il valore che determina quanto una determinata lente può riflettere la luce, si chiama indice di rifrazione. Questo valore è molto importante se avete bisogno di lenti con poteri molto elevati in quanto permette di ottenere, rispettando la qualità ottica, spessori molto più bassi.

L'indice di rifrazione delle vostre lenti (che varia da 1,5 a 1,9 – dove 1,5 sta per lente più spessa e 1,9 per lente in assoluto più sottile)  é una caratteristica del materiale utilizzato per la produzione di queste, indipendente che siano lenti organiche o in vetro minerale. Le lenti oftalmiche, prodotte dalle aziende dalle quali ci riforniamo, sono delle pìù disparate sia organiche che vetro minerale, con varie geometrie di curvatura e con differenti indici di rifrazione.
Consultandoci nella sezione "contatti" dal menù alla vostra sinistra potrete ricevere maggiori informazioni relativamente alle nostre lenti e ai nostri trattamenti, in rapporto alle vostre esigenze e/o problemi visivi.

Che tipo di trattamento vuoi applicare alle tue lenti?


  • Indurente

l trattamento indurente (comunemente chiamato antigraffio) viene eseguito sulle lenti in resina e permette alla lente di rigarsi meno facilmente. Non esiste comunque la lente che non si graffia, soprattutto se usata e pulita in maniera scorretta.

Il trattamento indurente accompagna sempre il trattamento antiriflesso.

 

  • Antiriflesso

Normalmente non tutta la luce attraversa la lente, ma una parte viene riflessa verso gli occhi creando un disturbo visivo.
Le lenti antiriflesso vengono sottoposte ad un particolare trattamento che riduce questo fastidioso fenomeno, rendendo la lente più trasparente. 

Sono lenti adatte a chi è obbligato a portare gli occhiali tutto il giorno, a chi guida (soprattutto di notte) e a chi trascorre molto tempo davanti al computer. Inoltre le lenti antiriflesso provocano un piacevole effetto estetico all'occhiale e a chi li indossa.

 

  • Idrorepellente e antimbrattamento

Negli ultimi anni si sono aggiunti anche i trattamenti antimbrattamento ed antiappannamento. Questi conferiscono alle lenti una maggiore efficenza sia nella loro integrità contro le polveri (effetto antistatico), sia verso le gocce dell'acqua piovana (idrorepellenti), sia contro il calore corporeo (antiappannanti) che ne facilitano la pulizia e la loro intergrità.

  • Colorazione

Le lenti oftalmiche possono essere trattate con dei bagni di coloranti per essere efficaci anche contro l'abbagliamento della luce.

Potremmo così otternere vari gradi di assorbimento della radiazione (dal 10% al 90%)si a tinta unita che degradanti e di vari colori a seconda delle proprie esigenze visive: grigio, marrone, verde, e così via.

Il grigio è ritenuto un equalizzatore della luce neutro perchè non altera i colori percepiti.

Il marrone invece è considerato un trattamento che enfatizza i colori e che quindi dà un tono abbastanza luminoso alle immagini. 

Il classico grigio-verde molto diffuso tra i più popolari occhiali da sole, ad esempio, è molto ben tollerato e riposante, ma enfatizza i toni blu e verdi, riducento i gialli e rossi. Questo non danneggia in alcun modo, anzi, molti apprezzano i toni più carichi dati dallo shift di colore.
In effetti, anche se a lungo termine, la limitazione visiva di certi colori sembra ridurre la sensibilità a quegli stessi colori anche non utilizzando gli occhiali.

Altri colori come il giallo o l'arancio vengono utilizzati in condizione di scarsa luminosità oppure in casi di patologie che colpiscono la retina.

Per il resto trattamenti come il rosa, azzurro ecc. hanno solo lo scopo di creare un effetto estetico al proprio occhiale.

 

  • Fotocromatismo

In plastica o vetro, si scuriscono alla luce. Le migliori reagiscono più velocemente e sopportano maggiori escursioni di temperatura.

Oltre alle proprietà che le vostre lenti hanno già, potrete scegliere differenti trattamenti protettivi: dal grigio al marrone, dal verde-grigio all'arancio-brunito. Le lenti fotocromatiche hanno la capacita di colorarsi e decolorarsi in tempi assolutamente brevi in base alla radiazione solare dell’ambiente in cui siete e di recente anche al riparo dei vetri schermanti (come i parabrezza delle auto).

Con lenti fotocromatiche di nuova generazione potrete quindi ottimizzare le vostre lenti in base alle vostre necessità.

Questi materiali sono costituiti da pigmenti fotocromatici che permettono alla lente di risultare perfettamente chiara e trasparente in interni, scurirsi rapidamente quando esposta a fonti luminose e tornare allo stato chiaro di totale trasparenza in tempi moto brevi

Perciò comportano:

  1. 1. Miglioramento del contrasto visivo, sia allo stato scuro in ambienti interni che allo stato chiaro in ambienti esterni e anche nella condizione di luminosità artificiale (illuminazione e videoterminali).
  2. 2. Protezione all'abbagliamento in ambienti esterni, fornendo il livello di assorbimento necessario per contrastare la luce fastidiosa.
  3. 3. Protezione al 100% dei raggi UVA e UVB, per aiutare a preservare i vostri occhi da quelle radiazioni solari nocive a lungo distanza di tempo al nostro apparato visivo.
  4. 4. Comfort e qualità visiva, grazie ad una riduzione dell'affaticamento visivo. 
  • Polarizzazione

Bloccano efficacemente la luce di riverbero di tutte quelle superfici riflettenti (l'acqua del mare, la neve, l'asfalto, gli specchi ecc.) che provocano un calo di qualità delle immagini e dei colori percepiti; per cui sono ottimali ed estremamente riposanti in determinate condizioni come sulla neve ed in prossimità dell'acqua (al mare). Permettono pertanto di ottenere un miglior contrasto nella visione rispetto ad una lente semplice che utilizza anche un filtro più chiaro.

 

 

 

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Istruzioni d'uso degli occhiali da vista:

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