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Vasi circolatori

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La vascolarizzazione dell’occhio (o bulbo oculare) è assicurata da due sistemi, quello retinico e quello ciliare, ambedue dipendenti dall’arteria oftalmica, ramo dell’arteria carotide interna.
La circolazione retinica (limitatamente alla parte ottica della retina) è dipendenza dell’arteria centrale della retina. Anche il sistema dei vasi ciliari è alimentato dall’arteria oftalmica, mediante le arterie ciliari posteriori e anteriori. Le arterie ciliari posteriori, mediale e laterale, danno origine a un certo numero di rami brevi (arterie ciliari posteriori brevi) e a un solo ramo lungo (arteria ciliare posteriore lunga). Le arterie ciliari posteriori brevi (circa 20) perforano la sclera tutto intorno al nervo ottico e, con alcuni rami, nello spessore della sclera stessa, costituiscono un cerchio arterioso attorno alla parte intrabulbare del nervo (anello di Haller). Dall’anello di Haller originano alcuni piccoli rami (arterie cilioretiniche) destinati alla retina. Le arterie ciliari posteriori brevi si ramificano quindi nello strato vascolare della corioidea e si capillarizzano nello strato coriocapillare. Le arterie ciliari posteriori lunghe (mediale e laterale) dopo aver perforato la sclera, continuano a portarsi in avanti, decorrendo nella lamina sovracorioidea. In prossimità del margine ciliare dell’iride si risolvono in rami che, anastomizzandosi fra loro e con rami delle arterie ciliari anteriori, formano, in corrispondenza di tale margine, ilgrande cerchio arterioso dell’iride. Da questo muovono rami ciliari, per il corpo ciliare, e rami iridei che, con decorso raggiato, si portano in prossimità del margine pupillare dell’iride dove si anastomizzano fra loro costituendo il piccolo cerchio arterioso dell’iride; prendono inoltre origine rami anastomotici che con decorso ricorrente raggiungono la rete delle arterie ciliari posteriori brevi, decorrendo nello strato vascolare della corioidea. Le arterie ciliari anteriori hanno origine dai rami muscolari dell’arteria oftalmica e, in numero di 6-8, raggiungono la sclera che perforano in prossimità dell’inserzione dei muscoli retti, dopo aver dato origine ai rami episclerali. Danno rami al corpo ciliare e contribuiscono a costituire il grande cerchio arterioso dell’iride.
Il sistema dei vasi venosi ciliari presenta differenze rispetto a quello delle arterie. Esso drena il sangue proveniente dalla parte anteriore del corpo ciliare mediante le vene ciliari anteriori, che ricevono pure l’umore acqueo dal seno venoso della sclera. Le vene ciliari anteriori sono tributarie della vena oftalmica. Il sangue che proviene dalla parte posteriore della sclera prende la via delle vene ciliari posteriori (tributarie della vena oftalmica), mentre il sangue proveniente dalla corioidea (e anche dal corpo ciliare e dall’iride) viene convogliato nelle quattro vene vorticose (una per ogni quadrante del globo oculare), tributarie anch’esse della vena oftalmica.

Nel bulbo oculare mancano veri vasi linfatici, mentre abbondano fessure nelle quali circola un liquido simile per l’aspetto alla linfa, ma diverso da essa per caratteri fisici e chimici. Di tali fessure, importanti sono lo spazio pericorioidale, tra coriodea e sclera, gli spazi intervaginali che separano le guaine del nervo ottico e lo spazio interfasciale che separa la sclera dalla fascia del bulbo. Queste fessure comunicano direttamente o indirettamente con gli spazi delle meningi encefaliche, nei quali la loro linfa si riversa.

L'apparato vascolare del bulbo oculare comprende un sistema vascolare arterioso e un sistema vascolare venoso.

 

Sistema arterioso

La circolazione arteriosa oculare è riconducibile, nella sua quasi totalità, all’arteria oftalmica, e quindi indirettamente alla carotide interna, fatta eccezione per l’arteria infraorbitaria e l’arteria angolare, le quali derivano dalla carotide esterna e concorrono rispettivamente all’irrorazione della palpebra inferiore e del sacco lacrimale. L’arteria oftalmica (Fig. 4 - 75) nasce dalla carotide interna nella fossa cranica media dove, con le cerebrali anteriori e la comunicante anteriore, irrora il tratto endocranico del nervo ottico, entra nell’orbita passando, al di sotto del nervo ottico, attraverso il canale ottico e portandosi al di sopra del nervo ottico, si sfiocca nei suoi 11 rami collaterali e nei suoi due rami terminali.

Rami collaterali

1) Arteria lacrimale: raggiunge la ghiandola lacrimale e, al di là di essa, in avanti forma piccoli rami arteriosi per la parte esterna della palpebra superiore. 

2) Arterie ciliari posteriori: in numero variabile di 15 – 20 danno luogo, appena dopo la parete sclerale, all’intricato gomitolo vascolare della coroide. Nel passaggio attraverso la corona di fori che circondano il canale sclerale del nervo ottico, formano il cerchio arterioso di Zinn – Haller per la nutrizione del tratto intraoculare del nervo ottico. Dal cerchio di Zinn – Haller si diparte, talvolta, una piccola arteria, detta arteria cilio – retinica che va ad irrorare la regione foveale della retina. Questa piccola arteria, per altro saltuaria, assume un grandissimo significato in caso di occlusione dell’arteria centrale della retina, perché salvaguardando l’irrorazione arteriosa della regione foveale, consente la conservazione del visus centrale.

3) Arteria centrale della retina: penetra nella superficie ventrale del nervo ottico a 10 millimetri di distanza dal polo posteriore dell’occhio. Si divide, come la linea verticale di una T, in un ramo anteriore e in un ramo posteriore, entrambi preposti alla irrorazione del nervo ottico orbitario. Il ramo anteriore entra nella papilla ottica dove si suddivide in quattro rami arteriosi destinati ai quattro quadranti della retina della quale irrorano il foglietto nervoso più profondo. I vasi arteriosi retinici allo stesso modo di quelli encefalici e midollari, sono di tipo terminale. Come si sa, gli strati più superficiali della retina privi di vasi sono nutriti indirettamente dalla coriocapillare della coroide e, quindi, indirettamente dalle arterie ciliari posteriori brevi.

4) Arterie ciliari posteriori lunghe: in numero di due, superata la sclera e attraversato lo spazio sovracoroideale, raggiungono il corpo ciliare e l’iride nella quale formano la massima parte del grande cerchio arterioso dell’iride generatore, a sua volta del piccolo cerchio arterioso dell’iride.

5) Arteria sovraorbitaria: passa per il foro sovraorbitario e concorre alla irrorazione della palpebra superiore.

6 e 7) Arterie muscolari superiore ed inferiore: irrorano i muscoli estrinseci e, in avanti emettono le arterie ciliari anteriori. Queste partecipano alla costituzione del grande cerchio arterioso dell’iride e danno poi luogo alle arterie congiuntivali anteriori per la congiuntiva perilimbare e bulbare anteriore. La congiuntiva bulbare posteriore e palpebrale è invece irrorata dalle arterie congiuntiveli posteriori, rami delle arterie palpebrali. Sulla base di questa distribuzione irrorativa, una iperemia della congiuntiva pericorneale è molto più preoccupante di una iperemia congiuntivale posteriore perché indicativa di una partecipazione delle arterie ciliari anteriori (sospetto di irido – ciclite).

8 e 9)  Arterie palpebrali superiore ed inferiore: provvedono alla irrorazione delle palpebre e danno indirettamente luogo, attraverso una rete arteriosa tarsale, alle arterie congiuntivali posteriori per la congiuntiva bulbare posteriore, palpebrale e dei fornici.

10 e 11)  Arterie etmoidali anteriore e posteriore: irrorano le cavità nasali.

Rami terminali

1)  Arteria frontale: irrora la fronte, il sopracciglio e il cuoio capelluto.

2)  Arteria dorsale del naso: si continua in basso con due arterie più piccole (una per lato) per l’irrorazione delle cartilagini delle pinne nasali.

Sistema venoso 

E’ rappresentato da due grandi collettori venosi: la vena oftalmica superiore e la vena oftalmica inferiore.

 

La vena oftalmica superiore 

Origina dalla confluenza della vena sovraorbitaria e della vena angolare nell’angolo supero-mediale dell’orbita, in prossimità dell’ingresso. Nel corso del suo viaggio verso il fondo dell’orbita si arricchisce dell’apporto ematico delle vene muscolari superiori, della vena lacrimale, delle due vene vorticose superiori, delle vene etmoidali, della vena centrale della retina e della vena del nervo ottico, per scaricarsi nel seno cavernoso, dopo aver attraversato la fessura orbitaria superiore.

 

La vena oftalmica inferiore 

Si forma nell’angolo infero–interno dell’orbita da una rete venosa perisacculare e, arricchendosi del contributo del sangue refluo dalla palpebra inferiore, delle due vene vorticose inferiori, delle vene muscolari inferiori, di alcuni rami venosi provenienti dal distretto facciale e dalle fosse nasali, si dicotomizza verso il fondo dell’orbita in un ramo superiore e in un ramo inferiore. Il ramo superiore attraversa al fessura orbitaria superiore e si scarica nel seno cavernoso; il ramo inferiore attraversa la fessura orbitaria inferiore e sbocca nella vena facciale. A causa dei collegamenti della vena oftalmica inferiore con il sistema venoso facciale, è possibile un coinvolgimento dell’orbita (celluliti, infezioni suppurative dell’orbita) in relazione a processi infiammatori dei tessuti della faccia (foruncoli, ascessi).